Termini tecnici aggiuntivi

Nelle otto unità di “Lingue dei segni per gli alunni: Riflettendo sulla grammatica”, sono presenti alcuni termini tecnici che non vengono spiegati all’interno delle unità stesse. Per questo motivo, tali termini sono approfonditi in questo tutorial e nelle spiegazioni che seguono.

Nelle lingue dei segni è possibile utilizzare diverse parti del corpo per articolare un segno o un’intera frase. Si distingue tra componenti manuali e non manuali. Le componenti manuali includono:

  • la forma e i movimenti delle mani e delle braccia e
  • le posizioni delle mani e delle braccia nello spazio segnico.

Nelle lingue dei segni, è possibile utilizzare diverse parti del corpo per articolare un segno o un’intera frase. Si distingue tra componenti manuali e non manuali. Le componenti non manuali includono i movimenti di:

  • testa,
  • volto (espressioni facciali), come sollevare o aggrottare le sopracciglia, arricciare il naso, spalancare o socchiudere gli occhi,
  • sguardo,
  • bocca,
  • busto.

Lo spazio segnico è lo spazio tridimensionale che circonda il corpo del segnante in cui vengono articolati i segni.

Il luogo è il punto nello spazio segnico dove si articola il segno.

Nel segno ACQUA, il luogo è la guancia nel lato della mano dominante. Nel segno CUCINARE, il luogo è lo spazio di fronte al busto del segnante.

Quando articoliamo un segno, almeno una mano è sempre attiva. La mano attiva è anche chiamata mano dominante. La mano dominante è quella usata per articolare segni ad una mano.

Le persone destrimane usano la mano destra come mano dominante, per esempio segnano BRAVO usando la mano destra.

Le persone mancine usano la mano sinistra come mano dominante. Per esempio, segnano BRAVO usando la mano sinistra.

La persona che segna deve fare attenzione ad usare una sola mano come mano dominante.

È la mano opposta alla mano dominante. Viene usata quando il segno viene eseguito a due mani.

Un esempio: nel segno a due mani FAMIGLIA, la mano che si muove è la mano dominante. La mano che non si muove è la mano non dominante.

I segni ad una mano sono segni che sono articolati solo con una mano. Ad esempio, i segni SORDO, BELLISSIMO e CREDERE.

I segni a due mani sono segni eseguiti con entrambe le mani. Ci sono due possibilità nel movimento delle mani:

  1. ci sono segni a due mani in cui entrambi le mani si muovono. Ad esempio, i segni BICICLETTA, NOTTE e DIVERSO.
  2. ci sono segni a due mani in cui solo la mano dominante si muove. La mano non-dominante non si muove. Ad esempio, i segni SCUOLA, LEGGERE e REGOLE.

Quando segni puoi simultaneamente muovere la bocca e le labbra. Ci sono due diversi tipi di componenti orali:

La bocca è usata per formare una parola o parte di una parola della lingua vocale. Questo è chiamato labializzazione.

Esempi:

  • il segno LAVORO labializzando solo la prima parte della parola ‘lavoro’ (‘lav‘),
  • Il segno MAMMA labializzando l’intera parola ‘mamma’

Quando segni puoi anche muovere la bocca senza labializzare una parola. Questi movimenti, specifici delle lingue dei segni, sono chiamati gesti labiali.

Esempi:

  • Nel segno PROPRIO-UGUALE, c’è un’emissione d’aria dalla bocca.
  • Nel segno MOLTO-GRANDE, i denti toccano il labbro inferiore.

I segni lessicali sono quei segni che normalmente troviamo elencati in un dizionario di lingua dei segni. Se vuoi segnare qualcosa a proposito di un cane, puoi usare il segno CANE. Questo è un segno lessicale. Puoi anche usare l’impersonamento oppure una proforma che rappresenti il cane. L’impersonamento e la proforma non sono segni lessicali.

Noi possiamo usare segni per esprimere azioni, processi e situazioni. Questi segni sono chiamati predicati. Ad esempio i segni DORMIRE e MANGIARE per le azioni, DIVENTARE e CRESCERE per i processi, (STUDENTI) SEDUTI-IN-SEMICERCHIO e (BICICLETTE) POSIZIONATE-UNA-DOPO-L’ALTRA per le situazioni.

I nomi sono usati per nominare esseri viventi e cose concrete e astratte. Esempi di nomi sono i segni GATTO, CASA, FELICITA’.

Alcuni segni che esprimono azioni hanno due luoghi. Questi segni sono chiamati verbi direzionali.

Nei verbi direzionali, la mano (o le mani) si muove tra due luoghi che indicano persone o cose nello spazio segnico.

Due esempi:

  • Io ti do il libro. Il primo luogo indica la persona che sta facendo l’azione. Il segno DARE-LIBRO quindi inizia dal mio busto e poi muovo la mia mano verso di te, con lo sguardo rivolto a te. Il secondo luogo è lo spazio segnico vicino a te, che ricevi il libro.
  • L’insegnante dà il libro all’alunno. Per cominciare all’insegnante e all’alunno sono assegnati dei luoghi nello spazio segnico. Il primo luogo del segno DARE-LIBRO è la persona che compie l’azione, cioè l’insegnante. Il secondo luogo è l’alunno, che riceve il libro.

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Considera anche questi aspetti dei verbi direzionali:

  • A volte la mano non si sposta tra due luoghi: è sufficiente l’orientamento del palmo. Nella frase Io ti insegno la LIS, il dorso della mano è rivolto verso di me e il palmo della mano è orientato verso di te. Nella frase Tu mi insegni la LIS, è il contrario.
  • In altri casi c’è un movimento della mano (o delle mani) tra due luoghi, ma è il secondo luogo a rappresentare la persona che compie l’azione. Nella frase Mi inviti alla festa, il secondo luogo -cioè lo spazio segnico vicino a te- rappresenta la persona che invita. Al contrario, nella frase Ti invito alla festa, il secondo luogo -cioè lo spazio segnico vicino a me- rappresenta chi compie l’azione di invitare.

Quindi ci sono diversi tipi di verbi direzionali, ognuno con le sue specificità.